I disturbi post-traumatici riguardano delle alterazioni dell’equilibrio psico-emotivo e il verificarsi di particolari condizioni quali l’esposizione in prima persona o indirettamente a un evento di carattere traumatico, la presenza di sintomi intrusivi in riferimento all’evento quali flashback o sogni, atteggiamenti di evitamento, stati emotivi negativi e una marcata reattività. Spesso le manifestazioni del disturbo post-traumatico possono scaturire livelli eccessivi di ansia e paura, la perdita di interesse per attività prima considerate piacevoli, l’abbassamento dell’umore, aggressività e stati di alterazione della coscienza, della memoria o dell’identità

Non è chiaro quale sia l’esatta causa scatenante del disturbo post-traumatico, lo stesso potenziale di pericolosità dell’evento è un aspetto eminentemente soggettivo, collegato a una ricognizione operata dalla persona e indipendente dalle connotazioni oggettive dell’evento. Ciò che è certo è il verificarsi di uno squilibrio del sistema nervoso determinato da cambiamenti sul piano dei neurotrasmettitori, dei livelli di adrenalina e di cortisolo. Tale squilibrio comporta un arresto psico-emotivo e le informazioni acquisite al momento dell’evento traumatico, quali immagini, suoni, sensazioni fisiche che sono immagazzinate dal sistema neurologico nella condizione di turbamento percepita e assimilata. 

Il trattamento del disturbo post-traumatico può prevedere nella fasi più acute l’intervento farmacologico; l’approccio mediante la terapia cognitivo-comportamentale guida l’individuo a riconoscere e gestire le convinzioni, le alterazioni di pensiero e comportamento legate all’evento traumatico e disfunzionali. Tra le principali tecniche cognitivo-comportamentali seguite durante il percorso, alcune risultano particolarmente efficaci nel ripristinare schemi cognitivi e reazioni comportamentali funzionali, quali:

  • l’esposizione, per cui l’individuo è portato a riacquisire le funzionalità e relazioni sociali;
  • il ri-etichettamento delle sensazioni somatiche, ossia la valutazione con il paziente delle cause dei singoli sintomi per normalizzare la sua condizione soggettiva;
  • il rilassamento, una vera e propria educazione respiratoria per alleggerire la tensione e lo stress;
  • la ristrutturazione cognitiva, attraverso cui l’individuo diviene consapevole di quali schemi e pensieri intervengano nel modificare il proprio stato emotivo ed è guidato nella loro ricostruzione funzionale.